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Promozione della salute e riduzione del rischio HIV nella popolazione gay, lesbica e bisessuale
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Intervista a Stephan Barris sulla promozione della salute tra i MSM in Italia e in Svizzera

Presentazione dell’intervistato e della sua attività (in breve)

Stephen Barris, operatore sociale ad Aiuto Aids Ticino, antenna locale dell’Aiuto Aids Svizzero. Capoprogetto del progetto MSM (maschi che fanno sesso con altri maschi) in Svizzera Italiana dal 1999.

Rappresentante dal 2000 in Ticino di Pink Cross, associazione nazionale svizzera per i diritti delle persone omosessuali.

Rappresentante Arcigay per due progetti finanziati dall’Unione Europea: GAP (Gay Aids Prevention Network, una rete di associazioni gay europee impegnate nella promozione della salute gay) e Ceris (progetto su adolescenza e omosessualità. www.eurogayway.org). Membro del comitatto direttivo di GAP.

Fondatore di Chiquito, marchio comunitario gay (salute e mobilità gay) - Editore e caporedattore della guida gay annuale omonima.

Redattore per HDN (Health Development Network: rete mondiale di operatori sociali impegnati nella promozione della salute, presenti nelle maggiori conferenze sulla salute, aids e MST). Email: aiutoaidsticino@bluewin.ch


Perché un servizio di prevenzione/riduzione del rischio AIDS specifico per MSM?
Il pubblico omosessuale rappresenta un’importante minoranza, repressa e tutt’ora piuttosto invisibile. Spesso, e questo si verifica particolarmente in ambiente rurale, questo gruppo sociale non si vive come comunità così come la persona omosessuale non si vive come tale se non in determinati momenti circoscritti alla sessualità e spesso in posti esclusivamente dedicati a questa. Come se ci fosse una scissione fra ciò che faccio e ciò che sono, fra ciò che provo e ciò che sono: in assenza di un riconoscimento della mia persona, o per lo meno di questa sua specificità, quest’ultima non viene vissuta né come parte della mia vita, né socialmente. Non c’è socialità gay perché non c’è identificazione personale ed integrativa di questa componente della mia vita, non c’è comunità perché io non sono “questo”, e quindi non posso farne parte.

Se è vero che la trasmissione dell’Aids è legata a determinati comportamenti ed esclude di per sé la denominazione “gruppo a rischio”, in quanto falsa, discriminatoria e pericolosa nei confronti di chi non fa parte di un determinato gruppo, l’Aids rimane però una malattia comportamentale. Ossia una malattia la cui trasmissione è condizionata da un determinato comportamento non solo nell’ambito della sessualità ma in un modo più generale nei confronti della vita stessa.

Penso che la premessa sia importante perche questa consapevolezza condiziona poi tutto il lavoro MSM. Per me, si tratta in qualche modo di cercare di agire pensando al singolo individuo, perciò lavorando su concetti quali autostima, sviluppo dell'identità, visibilità ma anche sulla società stessa che ostacola, per la sua “latente” omofobia, l’integrazione delle persone omosessuali. Il recente incremento (di 37%) dei casi di seroconversione nella popolazione omosessuale inizio 2003 in Svizzera rappresenta un ulteriore motivo per sostenere lo sforzo in direzione di questo pubblico.

Il lavoro MSM quindi va legittimato dalle specificità comportamentali delle persone omosessuali in un determinato ambiente sociale e cerca di indirizzare i loro bisogni socio-sanitari specifici in collaborazione con chi (singoli e istituzioni) opera nel campo sociale, educativo e sanitario.

MSM e MSF : quali le differenze e le analogie più importanti in fatto di AIDS?
Fra i tanti insegnamenti “prodotti" da 20 anni di azione e comunicazione sociale in risposta all’epidemia dell’Aids, sappiamo ormai che il grado di informazione (“quanto so io per proteggermi dell’Aids”) non ha un’incidenza assoluta sul comportamento (“cosa faccio io per proteggermi”). Le associazioni impegnate in questo campo stanno da diversi anni già elaborando un discorso che è passato dalla prevenzione primaria (dare i mezzi cognitivi - informare - e fisici della prevenzione - facilitare l’accesso ai preservativi e lubrificanti) a quello della promozione della salute nell’ambito della sessualità. Questo implica quindi di focalizzarsi su ciò che influenza la salute, i cosiddetti "determinanti" della salute: la percezione di me stesso, di ciò che è bene per me.
Questo lavoro ha certamente una risonaza universale in quanto tocca temi quali essere se stessi, l'autostima, l’affettività, la comunicazione fra io, l’altro, il gruppo. Come si è visto prima, la posizione della persona omosessuale in quanto negata, repressa, presenta delle specificità: un'educazione sentimentale ritardata che inizia spesso contemporaneamente con la vita sessuale, il necessario (perché vitale) impegno in un percorso di autoaffermazione che passa in certi casi per il riconoscimento sociale della sua propria condizione, il confronto con una “comunità” che affronta diversamente queste problematiche, la segretezza se non la marginalità, l’assenza di modelli positivi... Concretamente, in carenza di socialità gay, “l’incontro” con questa “comunità” che fatica a sentirsi accomunata da altro che il desiderio per una persona dello stesso sesso, si svolge spesso in zone “grigie”, per fare sesso. Queste situazioni sono spesso caratterizzate dall’anonimato e della marginalità e implicano anche una maggiore promiscuità. Ciò implica una maggiore esposizione qualitativa oltre che quantitativa ai rischi (natura e numero dei rapporti sessuali).
L’operatore che si affaccia su questo “mondo a sé” non lo fa rispondendo a un “appello” della sua comunità, che poi è spesso inesistente in quanto tale ed è quindi spesso, suo malgrado, vissuto come un ospite indesiderato (perché ricorda l’Aids, perché individua un'attività sessuale in un luogo che vorrebbe rimanere anonimo, perche spalanca le finestre su un mondo che “vuole rimanere al buio”). La richiesta della “comunità”, quando viene espressa, riguarda sopratutto la creazione di luoghi o momenti di aggregazione sociale per rompere l’isolamento.

Fare prevenzione/riduzione del rischio AIDS con MSM e con MSF: quali le differenze e le analogie più importanti?
Sono tre gli ambiti di intervento specifici al lavoro MSM:
  • la prevenzione primaria, ossia dare (specialmente laddove si fa sesso) i mezzi fisici e cognitivi per una maggiore prevenzione nei confronti delle MST per esempio installando dei distributori di preservativi sulle soste autostradali (luoghi di incontro sessuale), distribuendo materiale nei parchi, creando contenuto editoriale sulla salute gay e cercando di diffonderlo (opuscoli, siti internet...).


  • fornire alla popolazione omosessuale degli strumenti per una maggiore presa di coscienza d'identità a livello individuale ma anche comunitario. Ispirare e/o facilitare la creazione di un movimento gay, sostenere le iniziative che tendono a creare momenti di aggregazione comunitaria e che danno voce e faccia alla comunità (rappresentanza sociale e politica)


  • agire sul contesto per una maggiore integrazione della realtà omosessuale sul territorio da parte della popolazione nel suo assieme ma anche delle persone omosessuali. Creando degli strumenti (opuscoli, momenti di incontro...) in grado di fare entrare il tema dell’omosessualità a scuola, nel corpo medico, nei media, nelle amministrazioni, nella società civile (campagna contro l’omofobia nei mezzi pubblici)...


Alla luce dell’esperienza, come fare al meglio prevenzione/riduzione del rischio AIDS con MSM (esempio: efficacia ed efficienza, best e worst practises, cose da fare e cose da non fare… )?
Come la persona omosessuale ridimensiona poco a poco la sua diversità sessuale mentre cerca di integrarla in un discorso d'identità complessivo, mi sembra opportuno e conveniente che lo stesso operatore che cerca di agire nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute fra i gay lo faccia all’interno di una struttura generalista, un'associazione di lotta contro l'Aids per esempio. Ciò legittima il suo lavoro e porta inoltre l’ulteriore vantaggio di usufruire della “rete” venutasi a creare da questa struttura. E poco probabile che un associazione gay sia invitata a sedere in un Forum sulla salute nella scuola organizzata da un'istituzione, quando lo stesso attivista lo sarà in veste di operatore sociale di un associazione di lotta contro l’Aids o di promozione della salute. Rimane comunque fondamentale trovare o creare un interlocutore gay (un'associazione per es.) che sarà in grado di agire come federatore e catalizzatore della stessa comunità ed eventualmente come protagonista sociale e politico.

Quali sono le “lessons learnt”, gli inviti e i suggerimenti?
E importante secondo me entrare in un processo collaborativo con i diversi protagonisti sociali (scuola, media, amministrazione, in particolare modo socio-sanitaria). Ciò presuppone il passaggio da un atteggiamento militante (“Ci sono!”) a un attegiamento professionale in quanto operatore sociale (“Ecco la mia proposta per rispondere ad un determinato problema”) che cerca di rispondere ad un fenomeno sociale specifico: disagio giovanile (alto tasso di suicidio adolescienzale fra i gay), maggiore presa di rischio nei confronti delle MST... L'esperienza svolta questi ultimi anni mi ha convinto che la società odierna è pronta ad accettare questi tipo di discorso. Cio suppone però che l’operatore sia in grado di individuare scientificamente delle problematiche e dei bisogni socio-sanitari specifici ed elaborare un progetto per rispondervi.

 

Alcuni approfondimenti


Chiquito, Safer sexy boy, mensile 1999/2000

Chiquito italy Gay Travel Guide, guida annuale gay Italia 2001/2002/2003

www.chiquito.ch sito comunitario gay e lesbico per la Svizzera francese

Essere se stessi, opuscolo per i giovani gay, bisessuali e lesbiche e chi li circonda 2001 (Svizzera italiana). Adattamento italiano in preparazione.

www.drgay.ch, sito di consulenza on line. Consulente per la Svizzera italiana. In valutazione l’addattamento per l’Italia.

www.eurogayway.org sezioni francese e italiana

www.salutegay.com, www.salutelesbica.com, www.gayticino.com in preparazione

Collaborazioni con 360° www.360.ch, Pride, AK, HDN http://www.hdnet.org

                          

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